Il diabete nei bambini
- Tiziana Bordin
- 9 nov 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 19 nov 2019
Dovendo descrivere il diabete nei bambini molto piccoli, bisogna innanzitutto distinguere fra il diabete insorto prima dei 6 mesi di vita e il diabete dopo i 6 mesi.
Infatti, nei primi mesi di vita si parla comunemente di diabete neonatale, una forma di diabete non autoimmune, su base genetica (monogenico), che può essere permanente o transitorio. Dopo i 6 mesi di vita diventa, invece, più frequente la forma classica di diabete tipo 1 autoimmune. E’ importante discriminare le due forme di diabete in quanto, a seconda della diagnosi, può cambiare la terapia: alcune forme di diabete neonatale rispondono alla terapia orale con ipoglicemizzanti (sulfaniluree), per cui la diagnosi genetico-molecolare, insieme alla negatività degli autoanticorpi predittivi di diabete tipo 1, sono dirimenti.
Prima, però, di arrivare alla diagnosi di diabete monogenico (e poter, quindi, iniziare un trattamento con ipoglicemizanti orali), e per sempre nel caso del diabete tipo 1 autoimmune, l’unica terapia possibile è rappresentata dalla terapia insulinica, che deve essere somministrata nel modo piu simile possibile a quanto avviene fisiologicamente. Gli obiettivi principali della terapia in questa fascia di età così precoce sono quelli di evitare ipoglicemie, che potrebbero influenzare negativamente lo sviluppo cognitivo del bambino, e consentire un normale accrescimento, mentre non è indispensabile ottenere uno stretto controllo metabolico e conseguire target glicemici propri del bambino più grande.
La gestione di un'iperglicemia nei primi mesi e anni di vita presenta molte sfide clinicamente significative. Innanzitutto, la diagnosi iniziale di diabete è spesso difficile e tardiva, in quanto i sintomi quali poliuria (aumento della quantità di urine) e polidipsia (aumento della sete) in un lattante sono difficilmente riconoscibili da parte dei genitori ma anche dei sanitari, con grave rischio di incorrere in una chetoacidosi (emergenza acuta del diabete, con grave iperglicemia) come situazione di esordio della malattia.
Superato il momento critico della diagnosi, la gestione delle glicemie nei primi anni di vita è caratterizzata da problematiche particolari di questa fascia di età, quali:
- l’elevato numero dei pasti (poppate, merende e spuntini)
- l’imprevedibilità di assunzione del cibo (il bambino a volte rifiuta il cibo, altre volte mangia più del previsto)
- le caratteristiche variabili ed imprevedibili del movimento e dell’attività fisica
- l’impiego di piccole dosi di insulina, con grosso rischio di errore e di assorbimento più rapido dell’insulina, causato dal basso volume;la scarsità di tessuto sottocutaneo, che rende difficile individuare la sede migliore per l’iniezione (con conseguente imprevedibile assorbimento dell’insulina)
- l’estrema sensibilità all'insulina tipica del bambino molto piccolo
- la vulnerabilità del sistema nervoso centrale alle ipoglicemie gravi e/o ripetute, con rischio di conseguenze negative (come il danno cognitivo)
Per i bambini in età prescolare, tutte le necessarie capacità di gestione della malattia ricadono sui genitori o altri adulti, come nonni, baby-sitter, maestra d'asilo, cosa che rende spesso opportuno l'utilizzo di schemi terapeutici semplici. La frequenza alla scuola materna rende necessario, inoltre, assicurare l'esecuzione a scuola della iniezione insulinica a pranzo, con tutte le problematiche legate al dover di istruire ed educare insegnanti e care-givers. La dose di insulina corretta è quella che consente il miglior controllo metabolico raggiungibile per un bambino, senza causare problemi di ipoglicemia, e una crescita armoniosa secondo le curve di crescita per peso ed altezza. Il diabetologo pediatra creerà per ogni bambino lo schema terapeutico più adatto, ritagliandolo sulle esigenze e caratteristiche del paziente. Questo concetto è fortemente sostenuto da Linee Guida internazionali (come quelle dell’ISPAD) e nazionali (come quelle SIEDP). Lo schema potrà prevedere l’inserimento di dosi aggiuntive di insulina analogo rapido per gli spuntini di metà mattina e del pomeriggio che, se poco frequenti nell’età più avanzata, risultano invece una costante in età pre-scolare. Per ovviare alla numerosità di iniezioni giornaliere, può essere proposto l’utilizzo dei cateteri sottocutanei oppure, in soggetti selezionati, il passaggio alla terapia con microinfusore.

Comments