Le allergie nel bambino
- Tiziana Bordin
- 9 nov 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 19 nov 2019
Le allergie sono reazioni anomale del sistema immunitario. In seguito all'esposizione del bambino a sostanze estranee, infatti, l'organismo può reagire con una sensibilizzazione invece che con una immunizzazione. Le sostanze "imputate" possono essere le più diverse: dai pollini agli alimenti ai farmaci. L'allergia, quindi, si manifesta ogni volta che il bambino viene a contatto con la sostanza sensibilizzante, ossia l'allergene, anche in minima quantità. Un bambino può essere più o meno disposto a sviluppare allergie: in genere fattori costituzionali ed ereditari svolgono un ruolo importante nella predisposizione alle allergie. L'allergene può entrare nell'organismo per via inalatoria, digestiva o per contatto, dando luogo ad alcuni sintomi che nel bambino sono principalmente costituiti da rinite, asma bronchiale, intolleranze alimentari, eczemi. Per aiutare il bambino è bene principalmente individuare l'allergene così da poterlo tenere a distanza. Le reazioni allergiche, poi, stanno aumentando e a farne le spese sono soprattutto i bambini. L'allergia ai pollini, per esempio, non colpisce più solo in primavera, ma tutto l'anno e il periodo di massima diffusione dei pollini - secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità - in Europa si è allungato, negli ultimi 20 anni, di almeno 10 giorni.
L'organismo possiede un apparato di difesa, il sistema immunitario, che ha il compito di difenderci dall'attacco di sostanze estranee (gli antigeni) che potrebbero rappresentare un pericolo per la salute. Le armi di cui l'organismo dispone sono gli anticorpi che intercettano e neutralizzano l'antigene. Ogni sostanza estranea è memorizzata e ogni volta che si ripresenterà sarà riconosciuta e bloccata dagli anticorpi prodotti dal sistema immunitario. La reazione immunitaria fra antigene e anticorpo ha quindi una finalità positiva ed è quella che è sfruttata, per esempio, nel campo delle vaccinazioni. I vaccini sono, infatti, costituiti da batteri o virus resi innocui, o parti di essi o sostanze da essi elaborate, che fungono da antigeni. Somministrati ad una persona sana stimolano la produzione di anticorpi specifici che garantiscono un adeguato livello di protezione. Quando la persona vaccinata verrà a contatto con i virus o i batteri che potrebbero farla ammalare, questi anticorpi li sapranno riconoscere e distruggere. In alcuni casi, però, il sistema immunitario si attiva anche quando non dovrebbe: scambia una sostanza innocua per un pericoloso aggressore e il falso allarme innesca la "reazione allergica". L'allergia può quindi essere definita come una reazione esagerata ed inappropriata dell'organismo nei confronti di sostanze che per la maggior parte delle persone sono innocue.
Come si manifestano Le manifestazioni dell'allergia sono molteplici e dipendono dall'organo interessato. Se è coinvolta la mucosa nasale si avrà la rinite, nel caso siano interessati gli occhi la congiuntivite, l'asma se c'è un interessamento dei bronchi, eczema e orticaria a livello della pelle, vomito e nausea se l'allergia è alimentare. Tali manifestazioni cliniche possono presentarsi da sole o, più spesso, associate ad altri sintomi. Gli antigeni responsabili della reazione allergica sono detti allergeni. Tutte le persone vengono a contatto con gli allergeni, ma solo alcune soffrono di malattie allergiche per una particolare predisposizione a produrre le immunoglobuline E (IgE), che sono anticorpi specifici per un determinato allergene. Producendo queste immunoglobuline, l'organismo di queste persone, in un periodo di tempo variabile, si "sensibilizza". Perché l'allergia si manifesti è necessario però che l'organo bersaglio (la mucosa congiuntivale, nasale, bronchiale o gastrointestinale a seconda dei casi) risulti particolarmente reattivo. Nella produzione delle IgE, anche la "familiarità" ha la sua importanza (genitori, fratelli, … allergici). Alcune persone ereditano dai genitori la predisposizione a sviluppare elevate quantità di anticorpi e questa condizione le rende più soggette alle allergie. In ogni caso, le ragioni per cui alcuni individui sviluppano questa particolare sensibilità sono sconosciute.
Un'evenienza seria, ma fortunatamente rara, è l'anafilassi (o shock anafilattico), ossia una manifestazione estrema di una reazione allergica. Compare improvvisamente e non interessa solo una parte (naso, occhi, bronchi, cute od intestino), ma tutto il corpo: nel giro di poco tempo la pressione si abbassa, aumentano i battiti cardiaci, si hanno difficoltà nel respiro (la laringe si gonfia e provoca un senso di soffocamento), pallore e perdita di coscienza. È molto grave e perciò va affrontata con grande tempestività.

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